buongiorno a tutti,
il 23 luglio 2020 sarà la settantaseiesima
ricorrenza della “Brusatà” e quest’anno, causa pandemia Covid-19 non potremo
commemorarla come ogni anno con una fiaccolata e la passeggiate lungo le 96
case bruciate dai nazifascisti il 23 luglio 1944. Vogliamo comunque ricordare a
tutti i nostri cittadini i tristi eventi di quell’anno funesto.
9 gennaio 1944, giorno di domenica e, quantunque in pieno
inverno, il sole splendeva sul paese e, dopo mezzogiorno, la popolazione
maschile approfittando della chiara e bella giornata, si riversò sulla piazza
Conte Costa e sui viali del parco Allea, chi per passeggiare e chi per giocare
a bocce. Era una giornata di festa e le campane suonavano per il Vespro .
Erano le 13,30 e si udì un sordo rumore prodotto da autocarri provenienti da
Fossano. Una colonna di automezzi tedeschi carica di militari, mitragliatrici
ed autobombe si fermò presso il peso pubblico, allora era in piazza Conte
Costa, scesero i militari, piazzarono le mitragliatrici e spararono …
Colpirono e ferirono 15 uomini , i più gravi furono portati all’ospedale
di Fossano ed i meno gravi all’ospedale di Trinità ma tre ragazzi morirono
all’istante: due fratelli Oggioni di 17 e 21 anni ed un ragazzo, Galleano, di
14 anni di Frabosa che era garzone da un panettiere. Per qualche tempo, anche
se nell’angoscia perenne, i trinitesi ebbero un po’ di tranquillità ma
arrivò luglio e cominciarono i tormenti!. Il 30 aprile ed il 1 maggio venne
eseguito un rastrellamento da parte di truppe repubblicane , il 17 giugno di
notte una squadra di partigiani fece saltare la cabina di trasformazione della
Piaggio rendendo la fabbrica inattiva( costruiva elementi di aerei per i
tedeschi), Il 7 luglio verso le 12 una vettura tedesca attraversò
l’abitato ed un giovane non residente sparò colpendo un ufficiale tedesco.
Verso le 16 giunsero alcuni autocarri con molti soldati , rastrellarono
case portando via il raccolto di tutto l’anno, bestiame ed alle 12,30
appiccarono il fuoco ai granai della famiglia di Valentino Grosso in via
Ghiacciaia ed incendiarono 3 case. Fu un anticipo di quello che succederà il 23
.
Il 15 luglio verso le 10 una squadra di partigiani arrivò in
piazza Umberto 1°, si fermò 2 ore poi andò alla stazione ferroviaria e
prelevò 2 soldati tedeschi che dovevano servire come scambio con i partigiani
catturati. Immediatamente giunsero in paese i militari tedeschi che prelevarono
il commissario prefettizio ed il dottore, il vice curato e 14 giovani. I primi
2 vennero inviati a Cuneo ed i 14 giovani ed il vicecurato al campo di
concentramento a Levaldigi. Chiesero di liberare entro le ore 19 i 2 tedeschi
presi dai partigiani in caso contrario li avrebbero fucilati tutti. Tutto
finì bene ma l’angoscia restò. Sabato 22 luglio verso le 11, ecco giungere
nuovamente dalla Langa un gruppo di giovani partigiani che chiacchieravano
allegramente ma, improvvisamente arrivarono due macchine, 1 tedesca ed 1 di
“bande nere” ; si scambiarono le prime raffiche, i partigiani si dileguarono e
rimasero solo i tedeschi e le bande nere ma a terra restarono un tedesco ferito
grave ed un camerata morto. La truppa si accanì contro la popolazione, vennero
radunati uomini, 8 donne e bambini in un cortile, interrogati e maltrattati
mentre venne appiccato il fuoco alla casa. Nel pomeriggio verso le 17 un aereo
tedesco sganciò bombe su bombe, cadevano dappertutto e devastarono gravemente
il paese ferendo 2 persone. Triste presagio di ciò che sarebbe successo
la domenica. Le persone intanto si allontanavano dal paese e sulle case
apparvero le scritte F(fuoco) e su una FF perché considerato sovversivo ed
antifascista. La notte del 23 luglio 1944 apparve calma ma alle prime lici
dell’alba, era una giornata di splendido sole, appena suonato l’Angelus, erano
le sei, si iniziò a sentire un sordo rumore provenire da Fossano ed una lunga
colonna di carri armati con cannoni e mitraglie piazzate, lanciafiamme, lancia
bombe, autocarri zeppi di soldati… una fila interminabile …. Si disposero in
ordine sulle piazze, sulle strade e bloccando ogni uscita. Seguì la prima
parte di un crudele destino, il saccheggio! La devastazione totale di
tutto. Portarono via tutto… dalle cantine, dai fienili, dalle stalle, dai
negozi, dalle case. Tutto il lavoro dei nostri nonni perduto per sempre.
Caricarono tutto alla rinfusa, ma ecco arrivare le ore 13!
Trinità era un centro prevalentemente agricolo, pieno di cose facilmente
infiammabili, dopo la desolazione, dopo il sacco l’INCENDIO. 95 case furono
date alle fiamme!! I nostri Padri, i nostri Nonni in pochi minuti furono
depredati di tutto ciò che avevano faticosamente ottenuto lavorando duramente tutta
la vita! Trinità trovandosi al centro di una conca naturale ed a ridosso di
una collina, le colonne di fiamme fumo sprigionate dall'incendio si scorgevano da lontano e
l’allarme scattò subito tra le popolazioni limitrofe ma l’abitato
era circondato dalle truppe nazifasciste e si dovette attendere le ore 16
quando con una pistola lanciarazzi venne dato l’ordine di adunata. Tre giorni e
tre notti durò l’incendio lasciando un triste ricordo che rimarrà nella
storia come una delle più grandi calamità scatenate sul nostro caro Paese ,
sistema già usato da coloro che alcuni secoli prima avevano messo a ferro e
fuoco Trinità per tre volte nel 1554.
Ho voluto ricordare così, con la SUA STORIA, il nostro
Paese quest’anno che ricorderemo per sempre come anno tragico, facendo presente
agli attuali trinitesi che la nostra memoria arriva da lontano e che i nostri
Progenitori sempre hanno combattuto contro le avversità del destino ma mai si
sono piegati e dati per vinti. Ricordare il passato è nostro dovere ed
è sprone per il futuro. Come racconta la nostra canzone fatta dopo questa
tragedia “ l’han brusane, l’han ruvinane - fa pa niente – l’una già
ricostruì- ……. E se n’duma, poi a vardi la storia,- Trinità, 3 volte è stà
brusà- né per vantu e né per gloria- Trinità sempre pi bela l’è diventà.